(di Mario e Alessandro Ciarimboli)
La spina calcaneare e la fascite plantare sono le più comuni patologie che affliggono il piede.
Sommario
La spina calcaneare
La prima è una piccola protuberanza ossea, molto simile ad una spina di rosa, posta sulla superficie inferiore o posteriore del calcagno (in questo caso si parla di “sperone calcaneare”).
La parte inferiore del calcagno è la porzione ossea da cui origina la fascia plantare, una sorta di membrana che ricopre la base del piede. La spina è di sostanza ossea, cioè è una calcificazione che tuttavia non sempre è sintomatica e non sempre causa dolore.
Molte persone, pur avendo la spina calcaneare, non accusano disturbi e in questi casi il riscontro di spina calcaneare è occasionale per una radiografia eseguita per altri motivi (ad esempio per un trauma).
In caso di dolore questo è dovuto non alla spina in sé ma alla concomitanza di fascite plantare peraltro causata proprio dalla spina o meglio dalla infiammazione della inserzione calcaneare della fascia plantare nella regione dove è allogata la spina.
La Fascite Plantare
La sintomatologia della fascite si esprime essenzialmente in dolore al calcagno (“tallodinia”) nel punto di appoggio sullo stesso nella posizione eretta e nel cammino. Anzi sono proprio il contatto con il suolo ed il carico ad esacerbare il dolore. Naturalmente al dolore può associarsi la “zoppia” causata dal tentativo inconscio di ridurre il tempo di contato al suolo (“zoppia di fuga”).
Diagnosi
La causa principale della spina calcaneare è la deambulazione scorretta con un eccesso di carico sulla parte posteriore del piede anche in relazione a deformità congenite come il “piede cavo”.
Tuttavia, è più frequente la possibilità che la deambulazione scorretta sia causata dall’uso di calzature non adatte come avviene spesso in estate con ciabatte o scarpe aperte o con il cammino a piede nudo o su superfici sconnesse o particolarmente dure, condizioni che predispongono all’insorgenza del dolore nella successiva stagione autunnale.
La diagnosi di fascite è naturalmente clinica con una attenta valutazione da parte del medico seguita da una radiografia che può evidenziare la presenza di spina calcaneare.
Cura
La cura richiede precisi e lunghi protocolli di intervento.
La risoluzione della sintomatologia da fascite non è di facile realizzazione e prevede tempi di trattamento piuttosto lunghi (cinque – sei mesi). Vengono naturalmente utilizzati gli antinfiammatori che tuttavia non sono risolutivi ed il cui uso è limitato dalle molte controindicazioni (malattie dell’apparato digerente, cardiovascolari, renali ecc.).
Indispensabile è l’intervento della medicina fisica con TECARTERAPIA ed ONDE D’URTO (radiali o, in caso di particolare intensità, focali).
Utili possono essere le infiltrazioni locali di cortisone. La fase interventistica (infiltrazioni, onde d’urto) deve essere seguita da un iter riabilitativo con esercizi di “allungamento” del tendine di Achille e della fascia plantare.
Terapia Chirurgica
Ultima ipotesi risolutiva, riservata a casi particolarmente ribelli, è la terapia chirurgica.
Sono in corso inoltre sperimentazioni con infiltrazioni di plasma ricco di piastrine o con cellule lipidiche prelevati allo stesso Paziente ed elaborati in laboratorio a tale scopo. Tuttavia, i risultati di queste infiltrazioni non sono ancora debitamente e scientificamente validati.
In definitiva come va gestito il dolore da fascite plantare?
- affidarsi al Medico, possibilmente specialista (Fisiatra o Ortopedico o Reumatologo)
- armarsi di pazienza giacché il periodo di trattamento è lungo ed occorre seguire indicazioni precise
- correggere l’appoggio del piede con plantari confezionati su misura e da professionisti del settore 4.utilizzare scarpe adeguate.