Smartphone, tablet, laptop: quando tecnologia fa rima con patologia.
L’uso crescente, che talvolta diventa abuso, di strumenti tecnologici, su tutti i telefonini, ha generato e continua a farlo con incidenza crescente l’insorgere di nuove e incalzanti patologie posturali e di natura muscolo scheletrica in generale.
Un incremento che va di pari passo con l’implementazione delle funzioni dei device stessi.
In principio fu la malattia da mouse. Oggi il problema è molto più esteso. I dispositivi sono diversi, spesso con un peso anche notevole che grava sul sostegno manuale e sulla conseguente adozione di posture prolungate e viziate.
Fino all’inizio degli anni Duemila, il cellulare veniva utilizzato quasi esclusivamente per comunicare via telefono e l’uso durava l tempo di una chiamata.
Oggi, che i dispositivi vengono utilizzati un po’ per tutto, dalla scuola alla consultazione di una ricetta, dai pronostici delle partite di calcio alle previsioni del tempo, il carico sulle articolazioni, in particolare a livello cervicale, risulta notevolmente appesantito.
Il rachide cervicale, il tratto della colonna vertebrale che unisce il cranio al resto del corpo, è più o meno abile a mantenere e sostenere il peso del cranio, che è normalmente di 5 o 6 kg.
Quando la testa viene protesa in avanti per interagire con il cellulare per un tempo prolungato accade che la forza di taglio sul rachide diventa molto maggiore, quadruplicandosi addirittura.
E’ facile intuire come, soprattutto in soggetti adolescenti, che sono in fase di crescita, questa forza di taglio, che raggiunge anche i 25 kg, finisce con il modificare, in qualche modo, il corretto accrescimento delle vertebre e il loro corretto e fisiologico orientamento spaziale, con problemi di conformazione al rachide stesso e alla lordosi cervicale che tenderà a perdere la curvatura a causa dei muscoli che risultano sempre contratti.
Tutto ciò cosa comporta?
A livello locale si vengono a creare contratture, tendiniti, disturbi alla vista fino a veri e propri intrappolamenti dei nervi che portano a radicoliti dell’arto superiore coinvolgendo gomito e mano.
Se ormai l’uso costante degli smartphone ha abbattuto le barriere dell’età, per cui non c’è quasi più differenza tra le modalità di approccio che hanno i giovani e quelle delle persone più adulte, l’incidenza dell’età è invece diversa per la prognosi.
Come è facilmente intuibile, quelle legate all’uso scorretto dei telefonini (per scorretto intendo l’uso eccessivamente prolungato con adozione di posture innaturali) sono patologie che possono diventare sistemiche perché, soprattutto nei più giovani, ne possono alterare la postura e condizionare la vita.
Nei soggetti più anziani, invece, questo pericolo è ovviamente più relativo ma prevarranno problemi di tipo locale, con dolori cervicali o agli arti superiori.
L’infiammazione dei tendini degli arti superiori resta una delle conseguenze principali, a livello locale, di un uso scorretto di smartphone, tablet e piccoli device. Sono ad esempio molto frequenti i riscontri di Tendiniti degli estensori della mano e in particolare del I dito della mano (Tendinite detta di De Quervain ) .
In questi casi, una terapia antinfiammatoria può risultare poco utile, visto che i tendini godono di una scarsa vascolarizzazione. Sicuramente più efficace è, invece, una terapia fisica, con applicazione di calore, magnetoterapia o applicazioni locali, vale a dire, nei soggetti non giovanissimi, infiltrazioni di cortisonici, acido ialuronico o plasma ricco di piastrine. Da sottolineare la necessità, talvolta, di applicare tutori Mano Polso Mano che costringono le articolazioni al cosiddetto “riposo Articolare” che rimane il punto di partenza per una più veloce guarigione .