Al dolore al collo possono affiancarsi cefalea o emicrania e vertigini
di Mario ed Alessandro Ciarimboli – Fisiatri
Uno dei malanni più frequentemente lamentati (in maggioranza da donne) è il dolore cervicale, la cosiddetta “cervicalgia”.
Il disturbo colpisce la porzione posteriore del collo, cioè la parte alta della colonna vertebrale, la “cervicale” che unisce il tronco con la testa. Il dolore si associa alla rigidità del collo con ridotte capacità di muovere il collo stesso.
Possono verificarsi altri sintomi come vertigini, nausea e mal di testa.
Alcune situazioni, come traumi (“il colpo di frusta”), uno stato di ansia, una postura scorretta, possono favorire la comparsa della cervicalgia.
Generalmente la cervicalgia si risolve spontaneamente nell’arco di una settimana.
Tuttavia, il persistere del dolore e della limitazione funzionale o il ripetersi delle crisi di dolore rendono necessario un corretto inquadramento dei sintomi e delle cause che li determinano.
Come è ben noto la colonna cervicale è costituita da sette vertebre che con le loro articolazioni e muscoli sono suscettibili di infiammazioni e dolori frequentemente di origine traumatica acuta come nel caso della distorsione causata da un movimento brusco, il classico “colpo di frusta” tipico dei tamponamenti stradali.
Sommario
La postura scorretta
Ma anche una postura scorretta adottata per tempi lunghi come si verifica in molte attività lavorative (uso del computer o della automobile per molte ore al dì) può causare il dolore cervicale acuto
Naturalmente la cervicalgia può essere favorita da alcuni fattori predisponenti come la scarsa attività fisica o la presenza di alterazioni morfologiche della colonna vertebrale (scoliosi, cifosi dorsale ecc.).
Al dolore al collo possono affiancarsi cefalea o emicrania e vertigini
Una attenta valutazione del medico, nel caso che la sintomatologia sia ribelle alle prime cure o che si ripeta frequentemente, deve escludere altre malattie di maggiore impegno diagnostico che, insieme ad altri sintomi, manifestano dolore cervicale.
Ci riferiamo alle malattie infiammatorie di pertinenza reumatologica come spondiloartrite anchilopoietica, artrite reumatoide, ernia del disco o artrosi.
La malocclusione
Tra le altre cause di dolore cervicale può essere annoverata la “malocclusione” cioè quella situazione in cui le arcate dentali non si chiudono in maniera simmetricamente corretta con conseguenti disturbi alle mandibole e possibili cefalea e cervicalgia.
Il torcicollo
Il dolore cervicale è localizzato al collo ma, come detto, può associarsi a difficoltà di movimento da rigidità dei muscoli del collo che possono essere contratti ed induriti (il cosiddetto “torcicollo”).
Si parla di cervico-cefalalgia o sindrome cervico-cefalica se oltre il dolore al collo vi sono cefalea o emicrania e/o vertigini, nausea, vomito, fischi e ronzii alle orecchie conosciuti come “acufeni”.
La crisi di cervicalgia, se occasionale, regredisce spontaneamente o con l’uso di blandi farmaci antidolorifici in pochi giorni.
Se persistono fattori come stress e posture scorrette, o se vi sono malformazioni della colonna o artrosi o ernia del disco, il dolore non regredisce.
La cervicalgia cronica.
Se supera la durata di tre mesi si parla di cervicalgia cronica.
In questi casi e per impedire che la cervicalgia cronicizzi occorre l’intervento di un medico specialista (Fisiatra o Ortopedico) che con la valutazione clinica e con l’aiuto di esami diagnostici (RX, TAC, RMN) definirà con precisione la diagnosi e indicherà il programma di cura.
Quale può essere un programma di cura adeguato?
Innanzitutto, non va trascurata la prevenzione che prevede un esercizio fisico costante con l’obiettivo di mantenere mobili le articolazioni e tonici i muscoli.
Importante è eliminare tutte quelle condizioni che determinano ansia, causa di tensione muscolare.
Ai farmaci va associato il “riposo funzionale” cioè la colonna cervicale va mossa il meno possibile.
In tal senso è indicato un tutore (il collare ortopedico, preferibilmente semirigido o morbido).
In fase acuta il dolore può beneficiare di trattamenti fisici come termoterapia endogena (TECARTERAPIA) o Laserterapia (Hjaglaser) o elettroterapia o sonoterapia (ultrasuoni).
La Fisioterapia
Regredito il dolore la fisioterapia è indispensabile sia per correggere i problemi posturali, sia per ripristinare la funzionalità della parte colpita.
Un programma di “allungamenti” muscolari (stretching) e di “reclutamento” muscolare (rafforzamento), con massaggi o manipolazioni eseguite da Fisioterapisti evita la cronicizzazione e il rinnovarsi dei sintomi.
Naturalmente se il dolore è causato da artriti infiammatorie (spondiloartrite anchilopoietica o artrite reumatoide) il trattamento prevede altre tipologie di intervento farmacologico (terapia steroidea cioè con farmaci cortisonici) o terapie infiltrative o neurochirurgiche (per l’ernia del disco se questa comprime la radice nervosa va prevista ablazione dell’ernia stessa).
In questi casi massaggi, manipolazioni e chinesiterapia sono controindicati. In conclusione viste le diverse situazioni e le diverse possibilità terapeutiche che possono prospettarsi nel caso di dolore cervicale è indispensabile una diagnosi corretta da parte del Medico.
Bisogna evitare di rivolgersi a persone che non offrono adeguate garanzie professionali come sedicenti posturologi o osteopati sforniti di riconosciuti titoli accademici